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SANFILIPPO, gli anni della maturità ’61-’66, mostra alla Galleria Edieuropa

SANFILIPPO, gli anni della maturità ’61-’66

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Sanfilippo_anni_della_maturità-invito

Sanfilippo
gli anni della maturità
'61-'66

13 aprile 2008

Domenica 13 aprile la galleria Edieuropa – QUI arte contemporanea inaugura: “SANFILIPPO gli anni della maturità” dopo il successo di critica e di pubblico della mostra dedicata all’opera di Afro, nel nuovo spazio espositivo di Palazzetto Cenci.

L’esposizione, a cura di Fabrizio D’Amico al quale è affidato anche il testo del catalogo, prevede una selezione di oltre trenta dipinti di Antonio Sanfilippo, realizzati fra il 1960 e il 1966, anni in cui l’artista siciliano raggiunge la piena maturità formale ed espressiva; di questo periodo preso in esame figurano anche degli inediti e alcune opere significative come Metamorfosi del 1960 e Frammenti del 1965.

Scrive D’Amico in catalogo : ” Tra ’61 e ’66 si dispiega un’età in cui la pienezza finalmente raggiunta dei riscontri pubblici gli consente una molteplicità di approdi formali che finiscono per caratterizzare il periodo: donandogli una mobilità di ricerca sino ad allora come posta in sordina. Le grandi colonne oscure, fittamente tramate dai colpi ansiosi del pennello, bianchi e neri scritti con foga su fondi saturi e minacciosi, che avevano condotto Sanfilippo, sul finire degli anni Cinquanta, ad un sol passo da una condivisione dell’emotività turbata del nostro informale, lasciano ora il posto a una nuova individuazione del segno come fonema plastico a lui essenziale”.

Antonio Sanfilippo nasce a Partanna, in provincia di Trapani nel 1923. Nel ’42 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove è allievo di Felice Carena che ne orienta i primi passi nella pittura. Nel ’46 si trasferisce a Roma; alla fine dell’anno compie il viaggio di studio- divenuto per tutti canonico- a Parigi, con Accardi, Turcato, Consagra ed altri compagni, Nel ’47 è tra i sottoscrittori del manifesto di “Forma” e, superato l’iniziale post-cubismo picassiano e guttusiano, sperimenta le prime ipotesi astratte e neo-concrete, alle quali resterà sempre devoto, convinto che solo “nell’astrattismo la rappresentazione tende a rivelare i nuovi aspetti delle cose”.

Partecipa a tutte le principali occasioni espositive del gruppo di “Forma”, e in particolare a quelle promosse dall’Art Club (tra le quali “Arte astratta in Italia” alla Galleria di Roma nel ’48, la terza mostra “Arte d’Oggi” a Palazzo Strozzi di Firenze nel ’49 e “Arte astratta e concreta” alla Galleria Nazionale di Roma nel ’51).

Dai primi anni Cinquanta tiene personali di rilievo in gallerie fortemente orientate sull’avanguardia, quali la Libreria Salto a Milano, l’Age d’Or a Roma, il Cavallino a Venezia, la Schneider nuovamente a Roma, il Naviglio a Milano. Nella seconda metà del decennio il suo lavoro ha crescenti riscontri internazionali (espone tra l’altro a New York, Osaka, Bruxelles, Losanna, Pittsburgh, Londra) e registra nuove, importanti adesioni critiche (scrivono di lui fra gli altri Marchiori, Vivaldi, Ponente, Serpan, Tapiè), mentre si moltiplicano le esposizioni personali. Dopo l’esordio nella storica edizione della Biennale del ’48, è nuovamente presente a Venezia nel ’54, nel ’64 e nel ’66 (con una sala personale). Gli anni Sessanta vedono il definitivo affermarsi della sua pittura, in Italia e all’estero. Nel ’71 tiene alla Editalia – QUI arte contemporanea di Roma, presentata da Vivaldi, quella che sarà la sua ultima personale.

Il 31 gennaio 1980 muore per i postumi di un incidente automobilistico e nell’ aprile dello stesso anno la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma gli dedica una larga antologica. Nel 2007 viene fondato l’Archivio Sanfilippo, diretto da Antonella Sanfilippo.