Bruno Munari
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Bruno Munari
“L’arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove, nelle forme, nel contenuto, nella materia, nella tecnica, nei mezzi”.Bruno Munari è stato un’artista a 360°, pittore, scultore, designer, grafico, industriale, è stato una delle figure più influenti della storia del design italiano e internazionale. Nato a Milano agli inizi del Novecento, l’artista cresce in campagna, nel Polesine, per poi trasferirsi di nuovo nel capoluogo lombardo nel 1926. A Milano si unisce al gruppo di artisti del secondo Futurismo, con Severini, Marinetti, Prampolini, e Aligi Sassu, contribuendo alla fondazione del Gruppo lombardo Radiofuturista nel 1929. Contemporaneamente l’artista indaga i limiti della pittura e della scultura, estendendone le capacità concettuali. Il suo lavoro si concentra sempre di più sull’oggetto come soggetto che incarna le azioni umane e che è da studiare e analizzare.
Fino al 1929 lavora come grafico pubblicitario e nel 1930 fonda lo studio grafico R+M con Riccardo Castagnedi. Contemporaneamente inizia il suo lavoro sulle Macchine Inutili (1933), la prima espressione artistica di Munari. Si trattava di una composizione aerea di elementi leggeri con diversi gradi di movimento che ceravano un cortocircuito concettuale tra l’utilità della meccanica e l’inutilità dell’arte.
A partire da questa prima forma di attività artistica, Munari tende sempre di più ad emanciparsi dalla corrente artistica di appartenenza allargando le proprie ricerche.
Nel 1934 scrive il “Manifesto della Aeroplastica futurista”.
Verso gli anni Quaranta diventa collaboratore alle grafiche della casa editrice Einaudi, stringendo un rapporto che durerà per oltre 40 anni.
A seguire sarà il creativo grafico di molte testate, tra le quali “Il Tempo”, “Epoca” e “Domus”.
Dopo la guerra Munari si appassiona a sperimentazioni artistiche sempre più legate alle dimensioni della materia e della macchina.
Nel 1948, insieme ad altri artisti, fonda il Movimento Arte Concreta (M.A.C.).
Nel 1953 inizia a sviluppare alcune sperimentazioni visuali che lo porteranno a realizzare i suoi film sperimentali.
Nel 1962 a Milano organizza la prima mostra di Arte Programmata.
Negli anni collabora con molti produttori di industrial design, come la ditta Danese con la quale collabora negli anni Quaranta e per la quale realizza il posacenere “Cubo” del 1957 o la lampada “Falkland” del 1964.
Nel 1963 ottiene la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per il Design.
Nel 1964 inizia a lavorare alle Xerografie originali, ritratti deformati attraverso un procedimento in fase di riproduzione.
Prima e dopo la sua morte, avvenuta nel 1998, sono numerose le mostre che gli sono dedicate, che organizza o a cui partecipa.
Alla Biennale di Venezia Munari partecipa a partire dagli anni ’30 fino a quella del 1985 che gli dedica una sala personale.
Partecipa alla grande mostra antologica milanese del 1986 che in seguito farà il giro del mondo.
Bruno Munari è stato un’importante figura nel mondo dell’arte del Novecento, un’artista poliedrico che ha contribuito a spingere la ricerca e la riflessione artistica oltre i limiti contemporanei.
Nel 2015, la Galleria Edieuropa ospita una conversazione con Silvana Sperati, Presidente dell’Associazione Bruno Munari, per illustrare e sensibilizzare il pubblico della galleria al Metodo Bruno Munari e per conoscere meglio la figura e l’opera del Maestro, in particolare nel suo approccio metodologico e didattico.