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Giuseppe Capogrossi, pittore, segno, arte modulare, tridente, astrattismo

Giuseppe Capogrossi

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Capogrossi

Giuseppe Capogrossi

“Serrature cabalistiche” Giuseppe Ungaretti

Giuseppe Capogrossi, pittore italiano, rimane colpito dai fogli dei disegno dei bambini: una sequenza di segni che sviluppa lo spazio.

Nel secondo dopoguerra attribuisce al segno l’invenzione della spazio; approda pertanto ad un’arte modulare, in cui è il segno, ripetuto uguale con intensità diverse, a creare una catena che definisce l’orizzonte di senso, di spazio in cui sviluppare la fantasia. Perché esso non contiene nessun concetto, rappresenta soltanto se stesso, definisce il suo spazio, strutturando un panorama interiore.

Nel 1922 consegue la laurea in Giurisprudenza, dopo la quale viene introdotto, dallo zio gesuita, come apprendista nello studio dell’affreschista e grafico Giambattista Conti. Nel 1923 entra alla scuola di Nudo a Roma di Felice Carena. Espone per la prima volta insieme a Cavalli e Di Cocco nel 1927 in una mostra collettiva presso la Galleria Dinesen. Nel 1930 partecipa alla XVII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Nel 1932 espone alla III Mostra del Sindacato Fascista delle Belle Arti.

Rinsalda in questo periodo i legami di amicizia e di lavoro con Cagli e Cavalli, insieme ai quali espone a Roma nello stesso anno, riproponendo la stessa mostra nel 1933 a Milano presso la Galleria Il Milione. Nel mese di dicembre, sempre con Cagli e Cavalli, si presenta a Parigi alla Galleria Jacques Bojan; la presentazione è scritta da Waldemar George che usa per loro l’espressione “Ecole de Rome”.E’ invitato alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia negli anni 1934, 1936, 1948, 1950, 1952, 1954, 1962, 1964 e nel 1968 è presente alla Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. Nel 1936 e nel 1937-1938 dedica alcune sue opere alla mostra del Sindacato Fascista delle Belle Arti. Partecipa al Premio Bergamo nel 1939, 1940 e 1942. Nel 1949 soggiorna in Austria per diverso tempo. Espone in mostre collettive a Roma, Linz e Vienna. Nel 1950 espone a Roma le prime opere non figurative. Nei mesi successivi espone di nuovo a Milano, alla Galleria Il Milione e a Venezia, alla Galleria del Cavallino. Con Ballocco, Burri e Colla fonda nel 1951 il Gruppo Origine. Invia suoi lavori al Salon de Mai di Parigi e alla IX Triennale di Milano. Nel 1952 si unisce al gruppo Spaziale di Milano con cui espone in diverse mostre, mentre nel 1954 riceve il Premio Einaudi. Nel 1954 è pubblicata la sua prima monografia scritta da M. Seuphor. 

Nel 1955 è presente alla mostra Documenta I di Kassel e alla III Biennale di S. Paolo. Tiene una personale alla Galleria del Cavallino presentata da G.C. Argan. Nel 1957 vince il II Premio Bari, mentre nel 1959 partecipa alla III Biennale della Grafica di Venezia e riceve il Premio dell’Incisione. E’ presente alla mostra Documenta II di Kassel e alla V Biennale di S. Paolo. Nel 1960 è invitato alla II Biennale Internazionale di Tokyo. Nel 1961 partecipa al XVII Salon de Mai di Parigi, alla IV Biennale dell’Incisione di Venezia, al XII Premio Lissone e al VI Premio Termoli. Nel 1962, la XXXI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia gli dedica una sala; riceve il premio ex-aequo con Morlotti. E’ pubblicata la sua seconda monografia scritta da M. Tapie’. Espone alla collettiva “Painting and Sculpture of decade 1954-1964” presso la Tate Gallery di Londra nel 1964. Nel 1965 è invitato al X Premio Termoli e alla mostra itinerante, “Aspetti dell’arte italiana contemporanea”. 

Nel 1966 fonda insieme a Colla, Fontana, Leoncillo, Lipton, Pasmore e Sadun la Rivista “QUI arte contemporanea” Nel 1967 e nel 1969 partecipa alla VII Esposizione Internazionale di Grafica di Lubiana. E’ pubblicata la sua terza monografia presentata da G. C. Argan e curata da M. Fagiolo dell’Arco, edizioni Editalia. Nel 1968 è presente alla mostra “Spazialismo” di Vicenza e alla mostra della Galleria Nazionale d’Arte Moderna “Cento opere d’arte italiana dal Futurismo ad oggi”. Nel 1970 è invitato alla mostra “Il Cavaliere Azzurro” di Torino, alla II Biennale Internazionale della Grafica di Firenze. Nel 1971 partecipa alla XI Biennale di S. Paolo e riceve il premio “Vent’anni di Biennale”; invia i suoi lavori alla XI Esposizione Internazionale dell’Incisione e ottiene il “Prix d’honneur”. Nello stesso anno il Ministero della Pubblica Istruzione gli conferisce la medaglia d’oro per meriti culturali. 

Muore a Roma nel 1972. L’anno dopo la sua scomparsa, nel 1973, G. C. Argan presenta una personale presso la Galleria Editalia,(faranno seguito altre mostre in galleria nel 1993 e nel 2002).Nel 1974 la Galleria nazionale d’Arte Moderna di Roma gli dedica un omaggio ,con un importante mostra antologica. e ritornerà ad esporre nel 1999, con la mostra “Capogrossi, i segni del secolo”. Nel 1980 la mostra a Palazzo dei Diamanti a Ferrara e a seguire nel 1987 la Mostra al Palazzo Ducale di Urbino. Nel 2012 viene organizzata una retrospettiva presso la Collezione Peggy Guggenheim a Venezia.

“Ho sempre pensato che lo spazio sia una realtà interna alla nostra coscienza, e mi sono proposto di definirlo” Giuseppe Capogrossi