Spazi di luce
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Partendo dal dialogo tra spazio ambientale e forma viene proposta una selezione delle opere recenti, un dialogo tra pittura e scultura, centrato sullo scambio tra vuoto e luce.
Presso la Galleria Edieuropa si inaugura la mostra “Alessandra Porfidia, Spazi di Luce, tra arte e architettura“. Partendo dal dialogo tra spazio ambientale e forma viene proposta una selezione delle opere recenti, un dialogo tra pittura e scultura, centrato sullo scambio tra vuoto e luce. Artista di livello internazionale, sostenuta dalle maggiori firme della critica, tra cui Lorenza Trucchi che nel 1988 scriveva:
“Artista, per la sua giovane età di rara consapevolezza critica […] ha acquisito un proprio linguaggio nello studio di pochi ideali maestri, primi tra tutti Moore e Matisse. Queste sue sculture in Acciaio hanno una partenza grafica e del segno deciso e sinuoso mantengono il ritmo spaziale e il nitore dei profili […] più che come forme e volumi le sculture della Porfidia si configurano come immagini che danno luogo a composizioni tridimensionali articolate in “situazioni” di grande suggestione lirica dove continuo è l’interscambio sia tra realtà e astrazione, sia tra uomo e natura”.
Già presente in galleria dal 2005, il lavoro del 2014 -2015, dichiara e conferma l’interesse per la sperimentazione del linguaggio utilizzando materiali diversi, dal marmo al metallo, a materiali plastici e gomme, carte ed altro, pur nella coerenza e nell’approfondimento della ricerca. In tutti i lavori, emerge sempre la forza e la chiarezza del gesto, che diventa ‘segno’ distintivo del suo stile, in linea con la ricerca che la galleria ha seguito in cinquant’anni di attività.
Lo spazio di luce prende corpo nella bicromia del bianco e nero, che si rivela tanto nelle strutture scultoree, quanto nel gioco bidimensionale, o mediante tagli decisi su lamiere nell’effetto silver. Il colore metallico riflette la luce sulla superficie, mentre i tagli ne sviluppano la forza plastica.
In mostra anche l’installazione “Territori Mediterranei”, presentata alla Biennale Internazionale d’Arte del Cairo nel 2008, ricollegabile al ciclo dei “Bianchi Territori”.
L’opera raccorda lo spazio plastico con il segno, nell’uso di materiali inconsueti come le gomme e il feltro. Pannelli svolti come papiri che scivolano dalla parete al suolo, intrattenendo una relazione ambientale con forme che, come una scrittura, evocano territori mediterranei e sono un esempio dei lavori installativi che ha realizzato, al confine con l’architettura.
Alcune delle opere recenti nascono come progetti legati fortemente alla città, al tema romano dello spazio circolare aperto, ispirato tanto al barocco, quanto all’architettura ad anfiteatro di epoca romana, e come in altre anche la natura entra in gioco.
Mercoledí 12 novembre 2015 presso Corso 440, aprirà al pubblico la mostra personale ‘Spazi di luce. Alessandra Porfidia tra arte e architettura’, a completamento della mostra in galleria.
Visitabile su appuntamento fino al 15 gennaio 2016, la mostra ripercorre le fasi salienti della sua recente produzione inserendola in uno spazio ‘Abitato’ nel quale le sculture e l’arredamento dialogano.
Luce e suono
L’ombra e il suo richiamo.
L’alta decorazione corre parallela a una costruzione paziente.
Rigore e fantasia gioiosa.
Un mondo plastico e una ricerca grafica sapiente e nello stesso tempo del tutto innovativa.Lorenza Trucchi