Video Intenti 1-4
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FABIO SCACCHIOLI – Miraggio Calpestabile
CHIARA TOMMASI – Babilonia
A cura di FABRIZIO PIZZUTO
Lionello Venturi, Tradizione, gusto e forma.
Il soggetto è ciò che l’artista rappresenta, ma perché sia anche il come l’artista lo rappresenti, deve diventare contenuto. S’intende che quel come non è ancora l’opera d’arte, perché il contenuto appartiene alla forma della vita. Ma esso è già vita artistica, l’aspetto artistico della vita (…) il pittore non cura di conoscere l’albero scientificamente, si occupa solo della sua apparenza…”
Con questa rassegna la Galleria prosegue la sua apertura verso le sperimentazioni e la nuova arte contemporanea, continuando così la sua tradizione che, con la nascita della rivista QUI-arte contemporanea negli anni Settanta, tenne a battesimo le avanguardie e diede impulso e accoglienza agli artisti della nuova generazione.
Il primo intento avvolge lo spettatore in una sorta di destrutturazione video della narrazione. Il senso delle installazioni è dentro a questa operazione, tanto quanto dentro alla visione. Quel che resta della narrazione: l’immagine, o il sogno proiettato, portano i segni del mondo reale, escono dai confini. Gli artisti intervengono prima sull’immagine e poi sullo spettatore, questi preso, avvolto all’interno dello sconfinamento video di una linea analitica della narrazione. viene deprivato del suo abituale stato di superiorità, non ha più alcun punto di vista privilegiato, bensì tutti i punti; non la visione centrale diretta, ma una visione partecipata: non un luogo del narrare che impone la sua visione, ma l’apertura del problema delle apparenze video nella materia grigia del mondo reale..
Fabio Scacchioli
Interviene sull’immagine video, montando e lavorando immagini pre-esistenti e trasformando la storia in movimento di forme: quindi sullo spettatore, inserendolo nella narrazione e decostruendo la visione auto-ironica, (da eironeía, falsità o finta ignoranza), attorno ad esso. La diretta degli eventi è proiettata sotto il video stesso, quindi da un punto di vista straniante, su una distesa salina, l’immagine si distrugge fingendosi ombra, o riflesso, o miraggio: calpestarla significa essere ombre di stessi dentro ad una storia già narrata.
Chiara Tommasi
Una narrazione tripla che ha senso nella ricostruzione mentale di chi guarda: un intervento che connota i segni tangibili del mondo reale delineandolo come spazio tautologico della narrazione, ovvero spazio in cui la cosa avviene, e non in cui la cosa viene narrata. Tre oggetti ben connotati del mondo reale attingono ad un immaginario casalingo di costrizioni e quotidiana alienazione: rilavorati e trasformati in immagine sognata sono essi stessi luogo dell’evasione, ricostruzione di possibili alterità.
Nel Secondo Intento 2/4 , che si inaugurerà mercoledì 16 settembre alle 19.00, a cura di Sara Rella, verranno presentati i lavori di Silvia Camporesi e di Maria Chiara Calvani.